Questa è la storia di Carla, una semplice ragazza che ama un ragazzo che improvvisamente muore.
Questa è la storia di un amore come tanti altri, diverso dagli altri: la storia di Carla, Bruno e della loro terra meravigliosa, la Calabria.
Lì, tra lo splendido altopiano silano e il mare “azzurro come il cielo” si consuma ogni giorno silenziosamente la tragedia dell’indifferenza verso gli sprechi, lo sciacallaggio, l’abbandono coatto di rifiuti tossici che minano la salute degli abitanti di una società sparente.
Carla è rimasta da sola, su una scena vuota, le è rimasta solo una sedia dalla quale però non si vuole spostare, tenendo stretti tra le mani tutti i suoi ricordi. Contro la paura, il silenzio, l’assuefazione che rende sedati, deboli, quasi invisibili cittadini di un invisibile stato, Carla si ribella e racconta al suo bambino la sua storia.
Una storia piena di sapori, di colori, di profumi, dove la Calabria come l’Italia diventa “Il Paese delle Fate”, il Paese dove tutto è possibile, e la corruzione si maschera abilmente vestendo i panni di “maghi gentili ed eleganti” che promettono posti di lavoro in cambio del silenzio.
La Calabria come l’Italia, una terra piena di bellezza, che però sta morendo a causa di un misterioso virus: il Nulla.
Questa è la storia di una ragazza e della sua coscienza. E’ un monologo che diventa dialogo, quel dialogo che i giovani cercano da tempo con le istituzioni, col Paese, con se stessi. E’ uno spettacolo scritto per il pubblico e con il pubblico. E’ la storia di una calabrese che potrebbe andare via, ma sceglie di restare.
Questa è la storia di un amore come tanti altri, diverso dagli altri: la storia di Carla, Bruno e della loro terra meravigliosa, la Calabria.
Lì, tra lo splendido altopiano silano e il mare “azzurro come il cielo” si consuma ogni giorno silenziosamente la tragedia dell’indifferenza verso gli sprechi, lo sciacallaggio, l’abbandono coatto di rifiuti tossici che minano la salute degli abitanti di una società sparente.
Carla è rimasta da sola, su una scena vuota, le è rimasta solo una sedia dalla quale però non si vuole spostare, tenendo stretti tra le mani tutti i suoi ricordi. Contro la paura, il silenzio, l’assuefazione che rende sedati, deboli, quasi invisibili cittadini di un invisibile stato, Carla si ribella e racconta al suo bambino la sua storia.
Una storia piena di sapori, di colori, di profumi, dove la Calabria come l’Italia diventa “Il Paese delle Fate”, il Paese dove tutto è possibile, e la corruzione si maschera abilmente vestendo i panni di “maghi gentili ed eleganti” che promettono posti di lavoro in cambio del silenzio.
La Calabria come l’Italia, una terra piena di bellezza, che però sta morendo a causa di un misterioso virus: il Nulla.
Questa è la storia di una ragazza e della sua coscienza. E’ un monologo che diventa dialogo, quel dialogo che i giovani cercano da tempo con le istituzioni, col Paese, con se stessi. E’ uno spettacolo scritto per il pubblico e con il pubblico. E’ la storia di una calabrese che potrebbe andare via, ma sceglie di restare.